Analizzando i dati relativi alla perdita di lavoro femminile a livello globale post pandemia, emerge chiaro che questa è stata superiore dell’80% rispetto alla controparte maschile. Inoltre, il Word Economic Forum ha annunciato un allungamento delle tempistiche previste per colmare il gender gap economico a 268 anni, ben 11 in più rispetto alla previsione effettuata nel 2021. «A livello mondiale le donne affrontano barriere che impediscono loro di avere eque opportunità — ha ricordato Daniela Bernacchi, Executive Director dell’Un Global Compact Network Italia durante l’evento “Ring the Bell” in Borsa lo scorso 8 marzo, dedicato alla parità di genere – Le donne sono sottorappresentate in tutti i processi di decision making. Anche quelli nei quali il loro contributo è cruciale, come la crisi climatica».

Altri dati ci dicono che il 43% delle donne è costretto ad abbandonare il lavoro successivamente alla nascita di un figlio e che le donne hanno uno stipendio mediamente inferiore del 23% rispetto agli uomini.

Ma quali sono i dati per l’Italia? Al momento ci posizioniamo 26esimi su 156 Paesi presi in considerazione per quanto riguarda il tasso di occupazione femminile, ma si potrebbero fare ancora passi avanti, dato che il PNRR ha stanziato 3,1 miliardi per ridurre le disuguaglianze di genere.

A questo si aggiunge la legge sulla parità salariale del 2021, che non solo prevede incentivi all’assunzione di personale femminile e sgravi fiscali fino a 50 mila euro per chi adotta politiche di conciliazione per le donne, ma obbliga anche le aziende con più di 50 dipendenti a pubblicare un documento pubblico periodico sulla situazione interna, in relazione a salari, politiche di inclusione, congedi, assunzioni. La novità è che il rapporto delle aziende verrà reso pubblico, con multe fino a 5 mila euro per chi non redigerà il documento o inserirà dati non veritieri.

Dato il quadro, è chiaro come le aziende debbano spingere oggi più che mai su queste priorità e, allo stesso tempo, come il settore privato sia chiamato a giocare un ruolo cruciale nel raggiungimento dell’obiettivo 5, quello sulla parità di genere, nell’Agenda 2030 Onu.
Un’occasione è il programma «Target Gender Equality» promosso da UN Global Compact, l’iniziativa sulla sostenibilità d’impresa più vasta al mondo, e che per la prima volta quest’anno sarà implementato anche a livello locale dall’UN Global Compact Network Italia. Si tratta di una sorta di “acceleratore” con cui la rete locale di Ungc intende affiancare le imprese nei piani di empowerment femminile. Il programma, giunto alla sua terza edizione a livello mondiale, con oltre 800 aziende partecipanti, di cui il 31% quotate, si sviluppa intorno all’implementazione nelle aziende dei Weps – Women’s Empowerment Principles, lanciati nel 2010 da Ungc e Un Women e ad oggi sottoscritti da oltre 6.000 aziende su scala globale. Il «TGE» di Ungc italia aprirà la fase di recruitment il 15 marzo fino a maggio 2022, con chiusura del programma a marzo 2023, e prevede l’implementazione di workshop, seminari e momenti di assessment. L’iniziativa è aperta non solo agli enti aderenti alla rete Un Global Compact, ma anche alle aziende che hanno già dichiarato di volervi aderire entro l’avvio del programma a luglio 2022 e hanno un commitment nell’ambito della leadership femminile.

L’incontro online sarà gratuito per gli aderenti all’Un Global Compact, mentre altre organizzazioni business interessate ai temi possono partecipare acquistando il biglietto dell’evento. Per registrarsi o acquistare il proprio ticket: qui: Per informazioni: info@globalcompactnetwork.org.