Se molte aziende private stanno cercano di capire come tornare alla vita pre covid prevedendo accordi ibridi tra presenza in ufficio e lavoro agile, per i dipendenti della Pubblica Amministrazione l’era dello smart working potrebbe finire presto.

Infatti, il ministro della Pa Renato Brunetta sembra abbia in mente un percorso che riporti tutti i dipendenti sul posto di lavoro, tornando a considerare la presenza in ufficio come regola e lo smart working solo un’eccezione.

Se così fosse, lo smart working non sarebbe eliminato del tutto e si lascerebbe ai dirigenti degli uffici la possibilità di stabilire spazi e modalità di lavoro agile, in base alle esigenze organizzative di ogni realtà e dei suoi lavoratori.

Non sono gli uffici sarebbero coinvolti in queste decisioni, ma anche la scuola con insegnanti e alunni in presenza.

Non sembra tuttavia d’accordo il segretario generale della Federazione dei lavoratori pubblici, Marco Carlomagno, che aveva parlato del lavoro agile come “una straordinaria opportunità” che in questi mesi si era rivelata molto importante per modernizzare e velocizzare i processi lavorativi e migliorare le modalità di rapporto con i cittadini.

Prima che l’intenzione di rimettere l’ufficio al centro diventi definitiva bisognerà passare per un confronto con i sindacati e capire come valutare il lavoro per il settore privato.