Stop ai questionari selvaggi sui dipendenti: la decisione del Garante della privacy
Nelle ultime settimane l’emergenza sanitaria dovuta alla diffusione del Coronavirus sta generando grande preoccupazione negli ambienti lavorativi. Sempre più datori di lavoro invitano i propri dipendenti a compilare questionari “anti-virus” raccogliendo informazioni private sugli spostamenti, le frequentazioni e il tempo libero dei lavoratori. Dal punto di vista sociologico si tratta di un atteggiamento curioso, poiché particolarmente diffuso, seppur non ci sia un accordo tra le aziende né tantomeno un provvedimento imposto.
La domanda sporge spontanea: questo comportamento è legittimo? Vista la grande quantità di aziende che ha predisposto simili questionari, il Garante privacy è intervenuto per fare chiarezza. Secondo l’Autorità un simile atteggiamento è assolutamente illegittimo. Una decisione che cozza con l’opinione dei consulenti, che finora avevano considerato la proposta dei questionari in linea con le misure atte a garantire la sicurezza e l’integrità fisica dei lavoratori.
Il Garante, al contrario, ha ritenuto che sì, questi comportamenti sono legittimi ai fini della tutela, ma che devono essere esercitati solo ed esclusivamente mediante gli strumenti opportuni predisposti dall’ordinamento. D’altronde il Garante ha condiviso la decisione del governo di adottare misure comuni a tutte le aziende, unificare le prassi e portare tutti alla ragione.
Dunque, come può agire il datore di lavoro per tutelare la sicurezza dei lavoratori? In primis è necessario aggiornare il Documento di valutazione dei rischi, menzionando anche i pericoli legati all’epidemia del Covid-19. Inoltre, i datori sono tenuti a diffondere circolari con le precise indicazioni circa le norme igeniche da rispettare così come stabilito dalla normativa d’urgenza. A ciò si aggiunge l’obbligo dei dipendenti di comunicare eventuali contatti con persone contagiate o il sopraggiungere di sintomi influenzali.
Quindi, i datori di lavoro devo astenersi dalla diffusione di questionari che violino la privacy di lavoratori e rispettare le direttive delle autorità. In un momento così complicato la fiducia dei dipendenti è preziosa: comportamenti del genere rischiano di mettere in discussione gli equilibri dell’organizzazione.