Smartworking: un vantaggio o uno svantaggio per i dipendenti?
Fim Cisl, Federazione italiana metalmeccanici ha sottoposto un questionario di gradimento sul lavoro da remoto a 4.662 dipendenti, emerge subito che il 44% della popolazione afferma che da casa lavora più ore che non vengono retribuite ma dall’altro canto il 56% sostiene che pur lavorando in smart non ha perso i benefit dall’azienda come i buoni pasti.
Le tematiche su cui si è concentrata la ricercata sono principalmente 3: orario di lavoro, disconnessione e tool digitali e soddisfazione personale dei dipendenti.
Per ciò che concerne il timing:
- il 54% del campione afferma che a casa ha mantenuto gli stessi orari di lavoro
- il 38% sostiene che con il lavoro agile è stato richiesta una maggiore flessibilità
- il 9% è fortunato e decide quando iniziare e finire
- il 15% conferma che lavora molte più ore durante la settimana
- il 2% afferma che lavora meno ore
Il tema degli strumenti digitali è un altro topic molto discusso, ogni azienda dovrebbe esplicitare i diritti degli impiegati alla disconnessione, condividere le norme di non utilizzo di tool digitali propri e di distacco completo negli orari non lavorativi. Il rischio è che vita professionale e vita personale perdano i loro confini e non lascino ambito di libertà al dipendente.
Proprio in merito al check sulle tecnologie, i lavoratori dovrebbero essere informati anche in merito alle misure di controllo e ai software utilizzati.
In generale per una media di valutazione dai questionari, lo smart working ha una soddisfazione di 8/10. Quasi tutti vorrebbero continuare lo smart working in futuro, anche se l’opzione ideale potrebbe essere ibrida.
Il lavoro da remoto può essere fonte di miglior gestione del tempo, maggiore concentrazione e opportunità di avere più spazio per la vita personale.