Smart working: gli italiani non vogliono abbandonarlo
Settembre è alle porte e con lui il ritorno in ufficio. Quali sono gli umori dei lavoratori italiani?
A dircelo è una ricerca condotta da Wyser, società internazionale di Gi Group che si occupa di ricerca e selezione di profili manageriali. Secondo lo studio, il 60% degli italiani non vuole rinunciare allo smart working, considerandolo una condizione importante per cambiare o mantenere il lavoro.
In effetti il lavoro agile ha cambiato le nostre abitudini. E, che se ne voglia dire, ha migliorato le nostre vite: la sveglia all’alba, il tempo perso imbottigliati nel traffico, stress, stanchezza e mancanza di tempo libero sono lontani ricordi.
Certo, la componente sociale viene sacrificata. C’è un restante 40% che soffre a causa dell’isolamento, e che non vede l’ora di tornare a lavorare in compagnia di amici e colleghi.
La ricerca
“Ci avviciniamo a una fase davvero cruciale dalla quale dipenderà la ripartenza del nostro Paese”, afferma Carlo Caporale, amministratore delegato di Wyser. Stando ai dati raccolti, il ritorno in ufficio per molti potrebbe essere difficoltoso. Il 50% degli intervistati ritiene pesante il riprendere i ritmi e la routine pre lockdown tra mezzi di trasporto affollati e traffico. A far “paura”, per il 30%, è anche la sveglia anticipata e la scelta di un abbigliamento idoneo. Ciò che però risalta dalla ricerca condotta dalla società italiana è che 1 lavoratore su 3 troverà grande disagio nel dover passare l’intera giornata lontano da casa”.
Non solo. Secondo la ricerca di Wyser, ad oggi, solo 1 azienda su 3 ha comunicato ai propri dipendenti quali saranno le misure di welfare per ridurre lo stress legato all’inizio di questa nuova fase. Per questo, il 30% degli intervistati teme il mancato rispetto delle norme di sicurezza pur avendo una gran voglia di rivedere i propri colleghi. Il 52,6%, invece, ha sofferto a causa dell’isolamento, e per questo è meno preoccupato del rischio del contagio. Si aggiunge un altro 20,5% che non vede l’ora di spegnere le piattaforme web per tornare a confrontarsi personalmente con i colleghi.
Cosa ne sarà dello smart working?
Nonostante il dissenso di autorità come Beppe Sala, che vuol vedere i milanesi tornare in ufficio, lo smart working potrebbe diventare una soluzione permanente. D’altronde, tornando al sondaggio di Wyser, il 70% degli intervistati vorrebbe che diventasse parte integrante dell’attività lavorativa, anche in misura minore.
Per concludere
La flessibilità è una prerogativa alla quale nessun dipendente è disposto a rinunciare. Dopo aver sperimentato i vantaggi del lavoro agile, è difficile, e controproducente, tornare indietro. E’ ora di dare una forma definitiva allo smart working, ottimizzando tutto quello che siamo stati costretti a tralasciare durante il lockdown: l’interruzione del lavoro da casa potrebbe essere per molti un fattore determinante nella scelta di mantenere o cambiare un lavoro.
Fonte: tgcom24.it