Tutto sembra essere tornato alla normalità. Non sappiamo cosa ci riserveranno i prossimi mesi, ma non possiamo continuare a star fermi: la ripartenza era tanto urgente quanto necessaria.

Anche lo smart working, per alcuni, sembra un ricordo lontano: ci sono aziende che, dopo il via libera del Governo, non hanno esitato a riaprire gli uffici che, a parte il distanziamento e i dispenser di igienizzante, non sono poi così diversi da come li avevamo lasciati.

Ma cosa pensano i dipendenti del ritorno alle vecchie care scrivanie?

LinkedIn ha raccolto le opinioni sulla ripresa del lavoro in presenza, restituendo, anche questa volta, una differenza generazionale nell’idea dell’attività lavorativa.

Secondo la ricerca del social network professionale, i più propensi a tornare in ufficio sono gli over 55: il 38% dei Baby boomers afferma di essere pronto a tornare “volentieri” alla normalità. Seguono i lavoratori della Generazione X (40-54 anni) di cui il 35% si dice favorevole, mentre i più giovani restano scettici: solo il 24% è disposto a lavorare con i colleghi. Di questi, inoltre, il 19% riferisce che tornerà sul posto di lavoro il prima possibile perché si sente obbligato a farlo, mentre il 15% si augura di lavorare  in mezzo agli altri solo alcuni giorni a settimana.

C’è di più. Nonostante l’entusiasmo dei dipendenti senior, c’è una diffusa preoccupazione per il comportamento dei colleghi. La paura è che gli altri non rispettino le norme di sicurezza e le misure precauzionali, mandando all’aria le lunghe settimane di lockdown.

Non solo. Tra coloro che si sentono obbligati a tornare in ufficio sorge un altro timore: la mancanza di linee guide – che si tratti di quelle dettate dalle istituzioni o di quelle nazionali – per garantire le riaperture in sicurezza.

E che dire del ritorno sui mezzi? Sanificazioni, distanziamenti e aumento delle corse non riducono la paura delle flotte aziendali che, di conseguenza, preferiscono l’auto o metodi alternativi.

Insomma, come previsto il ritorno alla normalità non è semplice. Abbiamo tanto aspettato questo momento, eppure il mondo fuori dalle nostre case continua a spaventarci.