Nella top ten delle donne imprenditrici italiane leggiamo nomi come Chiara Ferragni, Giada Zhang, Cristina Fogazzi, Miuccia Prada…ma è importante conoscere la storia e il lavoro anche di molte altre donne, che si sono messe in gioco, specialmente adesso che gli effetti della pandemia hanno causato una recessione nel mondo del lavoro colpendo in particolar modo proprio le donne.

In Italia ci sono attualmente1,3 milionidi imprenditrici, le quali rappresentano soltanto il 22% di tutti gli imprenditori italiani.

I dati offerti da UnionCamere evidenziano come oggi le donne imprenditrici in Italia siano più giovani, più attente all’impatto socio-ambientale dei propri business e al benessere dei propri dipendenti e si concentrino soprattutto nel campo del wellness, della sanità e dell’assistenza, della moda, dell’istruzione, del turismo e della cultura.

Nonostante la giovane età delle imprenditrici, le imprese femminili italiane risulterebbero ancora poco digitalizzate: solo il 19% ha adottato misure in linea con i piani per l’industria 4.0, la cosiddetta Quarta Rivoluzione Industriale, che si basa sull’integrazione delle nuove tecnologie nei diversi processi produttivi. Stampanti 3D, IoT, big data , smart manufacturing, open data, cloud computing e robotica sono soltanto alcune delle innovazioni che stanno contribuendo a ridisegnare il modo di fare impresa.

Questo ritardo è attribuito, secondo UnionCamere, a una minore conoscenza dell’iter di trasformazione digitale.

Anche export e internazionalizzazione non sembrano ancora punti forti delle imprese femminili italianesolo il 9% di queste avrebbe, infatti, business internazionali.

Come dicevamo sopra però, il punto di forza delle nuove imprenditrici italiane sembra essere l’attenzione all’impatto socio-ambientale dei propri business. Questo è un atteggiamento oggi molto gradito a consumatori e stakeholder. Il 31% delle imprese italiane a guida femminile ha all’attivo progetti e iniziative orientati alla tutela dell’ambiente.

Recentemente Freeda, la startup editoriale femminista molto attiva sui social network, ha intervistato tre imprenditrici italiane per capire come fare a mettere in piedi un’attività e superare la paura di sbagliare.

La prima, Gabriella Bianchi, è la fondatrice di Babasucco, un’azienda che produce succhi pressati a freddo. “Per decidere di costruire la tua attività, innanzitutto devi calibrare bene quali sono le tue disponibilità economiche, devi cercare di fare investimenti sensati. La cosa fondamentale è ricordarsi che si inizia da qualcosa di piccolo per poi crescere, facendo un passo alla volta. E poi è richiesta tanta perseveranza e tenacia. Ci sono periodi durante i quali io e mia figlia Maddalena lavoriamo anche il sabato e la domenica.” Spiega Gabriella Bianchi.

Poi c’è Chiara Alfonsi, la quale ha lanciato durante la pandemia il negozio online per l’attività di gioielleria della madre Monica, Avenida. La donna spiega a Freeda quanto sia importante comunicare chi siamo, senza strafare e senza voler sembrare qualcuno che non siamo. “Molte persone sui social si vendono e vendono prodotti come se stessero facendo delle cose incredibili, quando magari la realtà ha un aspetto diverso, più modesto. Per me una comunicazione super trasparente è la via migliore. Noi siamo partite in piena pandemia. Io ero senza lavoro e ho deciso di lanciare lo shop per l’azienda di mia madre. Il mio mindset è: Non si può pretendere di avere tutto subito! A volte il risultato di certe attività può non soddisfare a pieno quelle che erano le aspettative, anche se ci avevi investito tante energie. In quelle situazioni cerco di capire esattamente cos’ho fatto e dove potrei aver sbagliato. Poi proseguo con costanza e la consapevolezza che prima o poi raggiungerò il risultato che volevo.”

Infine interviene anche Maddalena Bianchi, figlia di Gabriella Bianchi: “Secondo me la cosa importante è non fermarsi. Anche dopo aver fatto errori – e di errori ne facciamo sempre, tutti i giorni – dobbiamo andare avanti con modestia e perseveranza. E dovremmo fare questo ponendoci tutti allo stesso livello, né sopra né sotto gli altri, in maniera equa. Se vediamo, per esempio, che le cose nel mese di febbraio non sono andate bene, ci prepariamo per il febbraio dell’anno successivo. Pensiamo a cosa potremmo fare: collaborazioni con influencer, promozioni e così via.”

I punti chiave che emergono da questa intervista sono, quindi, la comunicazione, la perseveranza e la flessibilità.

Vi lasciamo di seguito il link per leggere l’intervista completa di Freeda

https://freedamedia.it/2021/09/21/perche-servono-piu-donne-imprenditrici/?fbclid=IwAR36QsGZgFu5RvT0M7RXbVZy9JRo4oHlxLA8bFyDyWctnXVsl_pkZq5cYkE