Plug and Play festeggia un anno in Italia: ecco su cosa investe il colosso della Silicon Valley
Plug and Play, l’incubatore di startup più grande al mondo, investe in Italia. Fondata da Saeed Amidi, la società è oggi presente in 16 Paesi in tutto il mondo. L’attività di Plug and Play è duplice: da un lato connette le startup con le grandi aziende, dall’altro investe in progetti innovativi, con l’obbiettivo di contribuire alla creazione di un sistema economico lungimirante e supportare le giovani imprese che fanno la differenza nello sviluppo delle tecnologie del domani.
A proposito di Plug and Play su Forbes si legge: “Solo nel 2019 sono state supportate il 30% di startup in più rispetto al 2018, per un totale di 1.450, suddivise in 549 in Usa, 277 in Europa e 624 in Asia. Sempre l’anno scorso ha chiuso partnership con il 20% di aziende in più per un totale di 407. Anche nel lato investimenti sono stati registrati numeri in crescita: 250 nel 2019 con un taglio medio di 114mila dollari ciascuno e circa 30 milioni di dollari l’anno in media negli ultimi tre anni. I finanziamenti si concentrano prevalentemente negli Stati Uniti, per il 61%, ma è in aumento la quota internazionale (+11%) destinata oltre il confine americano, ora al 39%. Una indubbia eccellenza e una garanzia di successo dal momento che Plug and Play, che vuol dire essenzialmente “pronto all’uso”, è stato uno dei primi investitori in colossi come Google, PayPal e Dropbox. E, solo nel 2019, dal suo portafoglio sono nati quattro unicorni, ossia quelle aziende non ancora quotate che hanno raggiunto la valutazione di un miliardo di dollari”.
Da qui il primato di questa società, che oggi festeggia il primo anno in Italia, dove ha attualmente duplicato partner corporate e team, annunciando la nascita di una nuova sede in via Meravigli 7, a Milano. Uno schiaffo morale al Coronavirus, che non ferma la voglia di investire sul futuro, dando una marcia in più al processo di globalizzazione, oggi a livelli massimi.
A guidare l’attività di Plug and Play nel Bel Paese è il managing partner Andrea Zorzetto, che spiega a Forbes Italia: “l’obiettivo è diventare la piattaforma di riferimento per le aziende che vogliono trovare startup da tutto il mondo, creando un circolo virtuoso. E soprattutto investire di più in seed italiani, dove c’è per noi una grande opportunità”.
In parole povere ciò significa da un lato indirizzare le startup straniere in Italia, dall’altro promuovere il made in Italy all’estero, aumentando la possibilità di intercettare nuovi finanziamenti ed espandersi fuori dai confini.
Ma come è nato l’amore tra Zorzetto e Plug and Play? Il managing partner racconta la sua storia a Forbes. Dopo aver viaggiato per anni tra Usa e Cina, Zorzetto si è occupato di privacy policy per il governo britannico. Ma, all’indomani della Brexit, essendo un grande sostenitore dell’europeismo, ha deciso di spostarsi a Parigi, alla ricerca di nuove opportunità.
Il suo sogno, tuttavia, rimaneva quello d’inserirsi nel sistema della Silicon Valley, culla dell’innovazione. Non essendo un programmatore, tuttavia, Zorzetto non interessava alle multinazionali tech. A un certo punto, grazie al gruppo Whatsapp dei global shapers di San Francisco, Zorzetto viene a conoscenza di una nuova opportunità di Plug and Play: servivano nuove risorse a Berlino. Il nostro connazionale si mette in contatto con Saeed Amidi e il resto è storia: in 12 mesi Plug and Play arriva in Italia, e Zarzotto torna orgoglioso nel suo Paese d’origine.
I risultati raggiunti in un anno sono straordinari. Oltre al centro strategico food tech con partner come Esselunga, Lavazza e TetraPack, è stato lanciato un programma fintech, insieme a Unicredit, Ubi Banca e Nexi. E di certo l’impegno della società americana in Italia non si ferma: il nuovo obiettivo è sensibilizzare le aziende italiane all’importanza della sostenibilità.
Ma non è finita qui. Zarzotto ha intercettato il principale problema italiano: ““la prima cosa che guarda un venture capital prima di investire soldi è il potenziale della startup di scalare e aggredire un mercato internazionale” continua sulle pagine di Forbes. In effetti in un Paese come l’Italia, che troppo spesso ignora i giovani talenti causando un imperdonabile fuga di cervelli, Plug and Play propone un approccio nuovo, puntando sulla ricerca e la fiducia verso le giovani menti intraprendenti. Il futuro comincia da qui.
Fonte: forbes.com