Pensioni e previdenza complementare. Le possibili misure
Diverse le possibili misure di pensionamento su cui si stanno confrontando governo e sindacati per valutare la prossima manovra prevista. Tra le ipotesi aperte sul tavolo si parla di uscita anticipata e garanzia per i giovani, con al centro la questione previdenziale della “pace contributiva”, per cui si valuta di rilanciare la previdenza complementare potendo colmare i versamenti contributivi con meno restrizioni.
Per provare a rendere più agibile l’uscita dal mercato del lavoro, un nuovo meccanismo flessibile con la possibilità che dal 2022 si possa andare in pensione con 41 anni di contributi (a prescindere dall’età anagrafica) o, comunque, con 62-63 anni d’età.
Tuttavia, secondo i calcoli Inps, questa misura sarebbe molto costosa e il ministero dell’Economia non sembra disposto a far passare tali interventi, anche per evitare contrasti con Bruxelles. In qualsiasi caso, per i lavoratori che svolgono mansioni faticosi è possibile che venga prorogato e potenziato il canale d’uscita già previsto.
Interessante la tutela prevista per i giovani, che presentano carriere discontinue e incerte a causa dei cambiamenti del mercato. Anche su questo fronte sono diverse ipotesi: da una trasformazione della pensione di cittadinanza in assegno garanzia all’individuazione di un minimo pensionistico garantito.
Per quanto riguarda le lavoratrici, è ancora attiva per tre anni la possibilità di uscire con 58 anni d’età (59 se “autonome”) e 35 di contribuzione, ma con il calcolo interamente contributivo dell’assegno.