Il mondo del lavoro in Italia è caratterizzato da grande precarietà e incertezza. Di frequente si sente parlare di società che annunciano tagli e riduzioni del personale a causa della crisi che non sembra mollare la presa; spesso, in condizioni di questo tipo, capita di doversi reinventare e tentare un ricollocamento professionale per giungere alla tanto sognata pensione. Essere licenziati dopo i 50 anni è un duro colpo, ma esistono delle soluzioni. 

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Cercare (o meglio, ricercare) lavoro dopo i 50 anni, o magari anche dopo i 40, sembra apparentemente un’impresa impossibile, ma le strade da percorrere sono infinite e, fra queste, una è quella dell’outplacement. L’outplacementè un servizio offerto dall’azienda committente, nella fattispecie quella da cui un lavoratore sta per essere licenziato, finalizzato al ricollocamento dei professionisti del mondo del lavoro. 

L’outplacement è efficace e 8 lavoratori su 10 trovano un nuovo posto di lavoro. E’ quanto emerge da una ricerca condotta da Intoo, società leader nel tracciare percorsi di ricollocamento e crescita professionale, da cui emerge che tale servizio svolge un ruolo di forte acceleratore della ricollocazione. Per trovare un nuovo posto nel mondo del lavoro servono comunque tempo e pazienza: si parla di minimo 4 mesi, ma la media si attesta attorno al 6 mesi. 

I numeri dell’outplacement per il ricollocamento professionale 

La ricerca, condotta da Intoo sui soggetti che hanno usufruito del servizio,  ha evidenziato come nel 2018 sono state supportate dall’outplacement più di 2400 persone che, di cui l’85%  ha avuto successo ed è riuscito a ritagliarsi un nuovo posto di lavoro nel mondo dei professionisti, con una tempistica media di 6 mesi e mezzo. 

Nel caso dei dirigenti, la percentuale di successo è addirittura maggiore: fino al 92%, anche se i tempi medi si allungano a 7 mesi circa. Anche per quanto riguarda operai e impiegati, l’outplacement genera nuove assunzioni nell’80% dei casi. 

Fra le tendenze, vi è quella del ricollocamento in società più piccole, a dimensione padronale, nonostante i professionisti fossero reduci da posti di lavoro in grosse imprese e multinazionali. Al centro del ricollocamento professionale vi sono ancora le skills digitali, fortemente richieste dal mercato del lavoro di oggi vista la continua crescita tecnologica. I dati sugli stipendi sono incoraggianti: in media, 1 professionista su 3, sia che si tratti di un quadro che di un operaio, è riuscito a mantenere il suo salario precedente; meno incoraggianti per quanto riguarda i manager, che vedono una riduzione della paga del 10-15%. 

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