Durante la quarantena non abbiamo fatto altro che pensare a come sarebbe stato il mondo una volta finito quest’incubo. Adesso che siamo liberi, quel senso di smarrimento che ha accompagnato i primi passi fuori casa, sembra sparito. Ma qualcosa è cambiato. Il distanziamento sociale, le bici al posto della metro, le file per entrare in qualsiasi tipo di locale, hanno dato alle nostre esistenze un tempo nuovo.

E che dire della nuova dimensione lavorativa? Lo smart working è diventato lo standard per gran parte dei lavoratori mettendo in scena, tra le altre cose, inedite interpretazioni del tempo. Svincolati dalla routine che ci ha accompagnato per anni, abbiamo reimparato a gestirlo.

Abbiamo compreso che il tempo è fatto di priorità. La pianificazione soggiace ad ogni attività: senza una direzione non arriveremo mai alla meta. Dunque, venendo meno i binari imposti da terzi, abbiamo dovuto gestire in maniera autonoma la lista delle nostre occupazioni.Qualsiasi strumento va bene per identificare la durata di ciascuna attività, dalla to do list digitale al classico post it.  Il rischio è di creare elenchi lunghi, poco orientativi: meglio concentrarsi sulle attività che possono essere concluse in quella stessa giornata.

I vantaggi di questo metodo organizzativo sono tre: l’elenco scritto, nero su bianco, ci consente di avere sott’occhio la bussola che dirige le nostre azioni; a ciò si aggiunge la possibilità di liberare la mente da operazioni mnemoniche, che distraggono dalla vera operatività; e i risultati sono tangibili, a fine settimana possiamo verificare con soddisfazione le attività portate a termine.

Resta fondamentale distinguere le cose urgenti da quelle importanti. Ciò che oggi è urgente domani potrebbe non esserlo più, semplicemente perché il treno è già passato. Le cose importanti, al contrario, rimangono tali a lungo termine, e possono essere posticipate. In questo caso è importante non farsi dominare dalle distrazioni o dalla voglia di cominciare dalle attività più semplici.

Una volta ordinata la lista delle priorità, bisogna abbandonare il multitasking. Lavorando da casa ci siamo allontanati da tutte quelle interruzioni che ci illudevano di essere in grado di gestire più mansioni contemporaneamente. In realtà, anche quando credevamo di aver fatto un sacco di cose, i risultati ottenuti erano miseri. Molto meglio accogliere il single tasking, affrontando singolarmente e con maggior concentrazione ogni step della nostra attività.

Non è finita qui. Lo smart working ci ha insegnato a difendere il nostro tempo. Quante volte  abbiamo la sensazione che sia qualcun’altro a dominare il nostro tempo?  Nella vita lavorativa la giornata è scandita dai ritmi aziendali. Nel lavoro agile, invece, non dobbiamo guardare l’orologio in attesa dell’agognata pausa pranzo: siamo noi a decidere come organizzarci. Risultato: siamo diventati dei grandi custodi del tempo, una risorsa che appartiene a ciascuno di noi.

Certo, in qualità di lavoratori (sia dipendenti che manager) abbiamo delle responsabilità, che non possiamo ignorare. Ma è fondamentale ridare al tempo il giusto valore, perché quello passato non tornerà mai più e quello presente deve dare la giusta forma ai frutti del tempo futuro.