L’altra faccia della collaborazione: i rischi del sovraccarico
La collaborazione sul luogo di lavoro aumenta la produttività. Infatti, nelle aziende che funzionano bene, la collaborazione tra le risorse riduce il rischio di antipatie che possono facilmente degenerare in conflitti, ed aumenta la comprensione, l’armonia e l’efficacia dell’intero apparato aziendale.
Tuttavia, bisogna valutare i pericoli legati ad un eccesso di collaborazione. Troppa apertura e disponibilità possono caricare di lavoro coloro che si mostrano particolarmente accondiscendente. Queste persone, preziose per l’organizzazione, subiscono pressioni enormi da colleghi e superiori, che le ritengono capaci di sopportare qualsiasi cosa. Come si può immaginare, a lungo andare tale atteggiamento porta i più disponibili all’esaurimento, al bournout e alla perdita di efficienza, dovuta al sovraccarico di informazioni, responsabilità e collaborazione.
Questa situazione è normale in un epoca in cui le organizzazioni diventano sempre più globali, proponendo prodotti sempre più complessi e veicolando una comunicazione costante. Ciò si traduce in carichi di lavoro maggiori, che costringono i lavoratori a gestire sempre più contatti con i collaboratori e con i clienti esterni. Basti pensare che, secondo le ricerche, l’85% dell’orario lavorativo dei manager è dedicato ad email e telefonate, e questo dato è aumentato del 50% negli ultimi dieci anni. Le aziende ne traggono vantaggio: maggiore collaborazione si traduce in innovazione più rapida e efficienza nella gestione del servizio clienti. Ma ciò riduce il tempo disponibile per il lavoro individuale, per riflettere a fondo e prendere decisioni vincenti.
Buona parte del problema è legata ad una cultura aziendale fondata sul stacanovismo, a cui si aggiungono tecnologie invadenti, capi esigenti e collaboratori incompetenti. Ma la colpa è anche dell’atteggiamento individuale: un eccessivo carico di lavoro può provocare sensazione di isolamento, capacità di automotivarsi, fino alla perdita del contatto con la realtà.
La soluzione consiste sostanzialmente in un atto di coraggio: imporsi e dire come stanno le cose per ottenere un cambio di direzione. Ma questo non è semplice. In molti temono che mettersi in contrasto con colleghi e superiori possa costare molto caro alla propria carriera. D’altra parte, il coraggio è una qualità innata, e se non lo si ha difficilmente si può simulare.
La soluzione c’è . Basta non accettare di buon grado ogni richiesta, ad occhi bassi senza controbattere, ma adottare alcune semplici regole di buon senso prima di prendere decisioni. Un atteggiamento del genere produce sì collaborazione, ma anche armonia: lavori ben fatti, accurata preparazione e un team vincente.