“Le preoccupazioni sul colloquio riguardano tutti ma un buon punto di partenza è sicuramente quello di conoscere il contesto professionale”. Queste le parole di Micol Palasciano, associate manager della società leader nella selezione del personale Michael Page.

Durante un’intervista ad upday, la top manager ha infatti spiegato quali sono gli errori principali che si commettono durante un colloquio di lavoro.

La prima impressione

“Un abbigliamento appropriato al contesto è sempre un buon biglietto da visita. Nel settore finanziario per esempio è corretto indossare l’abito” – spiega Palasciano – ma è importante anche lo ‘standing’. La stretta di mano, il tono di voce pacato, l’empatia che si riesce a trasmettere. Tutti questi elementi, insieme a un abbigliamento appropriato, creano una prospettiva positiva“.

Le domande sul salario

“Le richieste economiche in fase troppo anticipata possono trasmettere l’idea che la reale motivazione al cambiamento sia basata sulla crescita economica piuttosto che sull’interesse verso la posizione in sé. Durante il primo colloquio è meglio non affrontare domande relative a stipendio, ferie o benefit aziendali. Piuttosto è meglio concentrarsi su quelle azioni che possono sottolineare il profilo del candidato. Esperienza professionale, percorso accademico, conoscenze linguistiche e informatiche, motivazioni al cambiamento.” dice Palasciano.

Le esperienze precedenti

“Sicuramente meglio non soffermarsi su eventuali problemi di lavoro o dissapori ma focalizzarsi sempre su quelli che sono stati gli aspetti positivi dell’esperienza” – sottolinea la manager. “Parlare male del precedente impiego dà un’impressione di poco rispetto e questo può trasmettere l’idea che l’episodio possa ripetersi anche in futuro. Oltretutto può capitare che gli ex datori di lavoro si conoscano, specialmente in un determinato ambiente. Quindi meglio evitare qualsiasi lamentela”.

L’autocritica

Secondo Micol Palasciano è meglio dichiarare i propri limiti invece di nasconderli. Quindi alla domanda ‘mi parli dei suoi pregi e difetti’ è più indicato rispondere con sincerità spiegando come si sta cercando di migliorare le proprie lacune.

Le domande spiazzanti

“Ci sono quesiti – continua la manager – che possono lasciare interdetti. Per esempio domande come ‘Qual è il numero di pianoforti venduti in Italia?’, possono confondere. Ma il modo per affrontarle è sapere che non esiste una risposta corretta ma solo un modo di ragionare corretto. Sono delle domande che servono a capire come si ragiona e non interessa affatto avere la nozione esatta che come possiamo immaginare è un dato di cui non si è in possesso.”