La crisi ha colpito tutti. Nemmeno le startup sono state risparmiate: un terzo di quelle italiane si trova in difficoltà. Gli impatti non sono solo economici e finanziari, ma riguardano anche gli aspetti psicologici del team. E’  quanto emerge dal questionario che StarupItalia ha proposto a 600 di loro, ottenendo risposte da founder e amministratori delegati, dunque fonti attendibili, che hanno una visione completa della situazione.

In generale emerge il quadro di un battaglione che resiste, ma è messo in ginocchio dalle ferite e dal morale basso. Come vedremo, l’ottimismo iniziale ha lasciato il posto all’incertezza,  e le preoccupazioni aumentano con il passare del tempo. Infatti, anche in questo caso, tutto dipenderà dalla velocità di reazione dello Stato, dell’Europa e delle banche, da cui le startup dipendono.

I principali problemi riscontrati riguardano la crisi di liquidità, lamentata dal 53,2% degli intervistati, e il calo dei consumi, che preoccupa il 45,3%. Poco meno della metà degli intervistati (il 44,2%) continua a manifestare ottimismo nei confronti della situazione futura, ma convivono frustrazione (25,4%) paura del fallimento (24,2%) difficoltà nel prendere decisioni drastiche (20,8%) dipendenti scoraggiati (20,8%) e, in alcuni casi, insonnia (10,8%).

La seconda domanda che StartupItalia ha rivolto agli intervistati riguarda il supporto ricevuto. Tra imprenditori su quattro non si sentono supportati: una parte lamenta un abbandono totale (32.3%) mentre quasi la metà considera il mancato supporto solo su alcuni punti (44%). Tuttavia sono pochi a lamentare l’abbandono da parte del Governo (8,3%) e ancora meno quelli che si sentono abbandonati dalle istituzioni locali (3.1%). Mentre il supporto ricevuto dalle reti informali è positivo: il 28,1% si sente sostenuto dai familiari, e il 25,2% esprime un buon sostegno anche da parte dei collaboratori.

E’ possibile trovare risvolti positivi nella pandemia? Il 91,4% degli intervistati è convinto di sì. Per il 37,4% ci sono buone possibilità offerte dai cambiamenti del mercato, mentre per il 34,8% questa situazione rappresenterebbe una selezione naturale delle imprese migliori. Dunque per la maggior parte delle startup questo momento potrebbe rappresentare un’opportunità per testare nuovi modelli di business.

Per far ciò, tuttavia, è fondamentale la formazione. E’ questo lo strumento più utilizzato per prepararsi alla ripartenza: il 46,5% dichiara di studiare molto di più rispetto a due mesi fa, mentre il 33,8% dichiara di tenersi al passo partecipando a webinar e corsi online.

Cosa pensano gli intervistati del futuro della propria azienda? Riflettendo sull’immagine dell’impresa nei prossimi 6-12 mesi, i founder hanno risposto in maniera differente. Per un imprenditore su cinque (22,7% ) tutto andrà bene, mentre per il 18% dichiara addirittura di poterci guadagnare dalla crisi. La maggioranza, tuttavia, ha un’opinione differente: il 40% teme di perdere il fatturato e di questi la metà (il 22%) si prepara ad affrontare tempi duri.

Interessante la risposta su gli aiuti provenienti dall’esterno. La maggior parte punta sugli incentivi provenienti dallo Stato (41,2%) dall’Europa (39,2%) sul credito proveniente delle banche (33,8%), fiducia nel team di lavoro (31,8%). I restanti credono nell’aiuto rappresentato dall’investimento in formazione (21,1%) in capitale (17%) in spending review interna (11,4%) e in pubblicità (11,4%). Per quanto riguarda le richiesta specifiche al Governo, il 40% degli starupper credono sia opportuno investire in digitalizzazione, mentre un terzo crede addirittura nella necessità di cambiare la legislazione sul lavoro.

Infine l’opinione sullo smart working. La maggior parte crede che il lavoro agile sia un’opportunità per l’azienda,mentre il 38,7% è convinto del suo valore solo se guidato da una strategia. Quali sono invece le difficoltà? StartupItalia afferma che le risposte, in questo caso, sono polverizzate. Ma rimangono due risposte rilevanti: l’assenza di una buona connessione (22,9%) e la mancanza di un coordinamento in azienda (16,6%).

Fonte: startupitalia.eu