L’Italia si è dimostrata ancora una volta in prima fila nella transizione ecologica. Un’assunzione su tre è nella green economy. Dal biomuratore all’ecodesigner, dal bioagricoltore al riciclatore.

I dati sono stati rilevati dal rapporto greenItaly elaborato da Unioncamere e Symbola.

Ermete Realacci, presidente di Fondazione Symbola, spiega: “Stiamo assistendo a uno spostamento molto forte del mercato del lavoro verso nuovi mestieri, ma anche a una rivisitazione di settori tradizionali alla luce di spinte legate al contrasto alla crisi climatica.”

Le assunzioni riguardano figure come ad esempio:

  • Ecodesigner, il quale progetta prodotti e servizi sostenibili e innovativi, avendo come obiettivo finale la riduzione dell’impatto ambientale, sia per quanto riguarda la produzione, sia per l’utilizzo e lo smaltimento finale o, meglio ancora, il riciclo.
  • Ingegnere energetico, per l’ideazione e gestione di impianti in modo tale da ridurre i consumi di materie prime e di energia in tutti i comparti: industriale, civile, agricolo e trasporti.
  • Informatico ambientale, che sviluppa software e applicazioni dedicate all’ambiente: un campo che richiede professionalità specifiche le quali, oltre alle tradizionali competenze di settore, devono sviluppare una conoscenza specializzata dei nuovi ambiti, come per esempio il green building.

Il settore principe dei green jobs resta quello delle fonti rinnovabili, che ha coinvolto in prima linea il gigante Enel, leader mondiale nella generazione di elettricità verde. La sfida della transizione energetica ha imposto a Enel una focalizzazione sulla ricerca di profili nell’ambito di tre direttrici: rinnovabili, elettrificazione dei consumi, digitalizzazione delle reti.