Gli Zoom Free Days per combattere lo stress da riunioni virtuali
La digitalizzazione, lo smart-working, e la facilità con la quale si organizzano meeting online, in molti casi “uccidono” la produttività e l’efficienza causando veri e propri burnout. Fortunatamente alcune aziende hanno deciso di affrontare questo problema ponendo restrizioni alle riunioni virtuali e abbracciando l’idea dei “Zoom free days”. Si tratta di introdurre nella settimana lavorativa orari o intere giornate libere da riunioni, con l’obiettivo di garantire ai propri dipendenti maggiore flessibilità e il tempo di concentrarsi e lavorare in modo efficiente. Tra queste aziende ci sono Allianz Technology, Esi Group, Accenture, Citi e Hsbc.
Per altre invece non si tratta di un concetto nuovo. Shopify infatti, la società canadese che sviluppa e commercializza l’omonima piattaforma di e-commerce, già dal 2018 ha imposto ai propri dipendenti di rifiutare tutte le riunioni interne il mercoledì.
Nel caso di Allianz Technology il direttore operativo, Barbara Karuth-Zelle, ha condiviso su LinkedIn l’iniziativa dei “Silent Friday Mornings” che vieta le riunioni tra le 9 e le 12 del venerdì.
ESI Group, invece, ha istituito il mercoledì come giornata senza riunioni.
Accenture si è spinta oltre, fornendo anche al personale una formazione per comprendere i meccanismi psicologici alla base dello stress e gestire al meglio il proprio esaurimento.
Il Ceo di Citigroup, Jane Fraser, ha deciso di implementare i venerdì senza Zoom scrivendo sul blog: «So dai vostri feedback e dalla mia esperienza che il mescolarsi dei confini tra casa e lavoro e l’inesorabilità della giornata lavorativa pandemica hanno messo a dura prova il nostro benessere. Semplicemente non è sostenibile».
Anche il gigante bancario HSBC ha deciso di prevedere venerdì pomeriggio senza riunioni, dopo che uno dei dipendenti ha avuto un arresto cardiaco una domenica pomeriggio, mentre stava programmando la settimana lavorativa. Appena fuori pericolo il banchiere ha scritto alcune riflessioni con un post su LinkedIn, annunciando che avrebbe dedicato più tempo alla salute e alla famiglia e meno alle riunioni.
La nostra speranza è che sempre più aziende considerino l’importanza del work-life balance per i propri dipendenti e riconoscano i reali rischi dello stress causato dal lavoro da casa.