Non si fa altro che parlare della ripartenza. Il 4 maggio è la data tanto attesa dagli italiani, ma bisogna sottolineare che la ripartenza non avverrà nello stesso momento per tutti. Se da un lato ci sono settori che riaccenderanno i motori prima, il 27 aprile, ce ne sono altri che dovranno aspettare oltre la fatidica data.

La scelta del momento opportuno per consentire a tutti di riprendere le attività dipende dal rischio integrato per i lavoratori e dalla classe di aggregazione sociale associata a ciascuna voce di ogni settore. La possibile mappa per la riapertura è stata stilata dall’Inail sulla base dei codici Ateco, e considera:

Le attività a basso rischio, quali agricoltura, pesca, estrazione dei minerali, settore edile, manifatturiero, ma anche l’industria alimentare e tessile, il settore editoriale, la produzione cinematografica, le biblioteche e le attività immobiliari.

Seguono le attività a medio e alto rischio, comprendenti il comparto commerciale e le attività di ristorazione. Il rischio per i negozi dipende dal loro livello di aggregazione, il quale cambia dalla vendita al dettaglio ai centri commerciali. Medio basso è anche il rischio per scuola e trasporti, sia terrestri che marittimi. A rischio medio invece ci sono i servizi dell’assistenza sociale e residenziale, insieme ai servizi per la persona. Alto invece il rischio per i trasporti aerei e l’assistenza socio-sanitaria.

Sulla base di questo schema, dunque, i primi a ripartire saranno i settori a basso rischio. Con molta probabilità il 27 aprile moda, automotive, mobilifici e cantieri edili avranno il via libero del Governo per ricominciare le attività. Ciò sarà possibile, ovviamente, solo per quelle aziende capaci di dimostrare di poter rispettare le norme igenico-sanitarie: il distanziamento sociale, sanificazione dei locali due volte al giorno, distribuzione dei disinfettanti e garanzia dello smart working per la maggior parte dei dipendenti.

Le riaperture del 4 maggio, invece, dipendono dalla discesa della curva epidemica. Se i contagi continueranno a diminuire, i negozi potranno riaprire i primi di maggio a patto che gli ingressi dei clienti siano scaglionati. Per le attività di estetica, invece, le attività saranno garantite solo su appuntamento, con dispositivi simili a quelli usati nel comparto igenico sanitario.

Ben diversa la situazione per bar e ristoranti. Le date di riapertura oscillano tra il 4 e l’11 maggio. Inoltre i locali dovranno essere riorganizzati per consentire il distanziamento di un metro tra i clienti.

Complessa anche la situazione di cinema, teatri e palestre, attività a basso rischio ma con una classe di aggregazione massima. Per queste attività le opzioni sono discusse dal governo insieme con le associazioni di categoria.

Infine, gli esperti stanno valutando riaperture differenziate sulla base di macro-aree, a seconda della diffusione del contagio.  Il piano contemplerebbe un monitoraggio dopo 15 giorni  per l’andamento della curva capace, in caso di necessità, di rimodulare le misure. In questo caso il Paese andrà diviso nelle tre macro-areee di Nord, Centro e Sud.