Fase 2: continua l’uso dello smart working
La fase 2 è appena cominciata. Da questo momento in poi gli italiani dovranno imparare a convivere con il virus, mantenendo un atteggiamento responsabile. Per farlo, il Governo, in comune accordo con le imprese, ha deciso di prolungare lo smart working. In effetti il lavoro agile si è dimostrato una valida alternativa al distanziamento sociale, tale da non bloccare l’attività lavorativa garantendo, in alcuni casi, migliori prestazioni.
Per questo il decreto del presidente del consiglio dei ministri ha prorogato il quadro normativo entrato in vigore durante le prime settimane del contagio, consentendo ai datori di lavoro privato di prolungare lo smart working senza necessità di accordo con i dipendenti, e assolvendo in via telematica la necessità di fornire informazioni in materia di salute e sicurezza. Per il settore pubblico, invece, si rinvia all’articolo 87 del decreto legge 18/2020, in base al quale il lavoro agile diventa la modalità ordinaria di svolgimento delle attività lavorative nelle pubbliche amministrazioni.
Dunque, nel settore pubblico lo smart working non è una soluzione alternativa, ma lo standard. Intanto, nella conversione in legge del Dl Cura Italia, è stato introdotto l’articolo 81 bis, che aumenta del 50% il valore delle convenzioni quadro Consip, necessarie per fornire al personale l’attrezzatura elettronica adatta al corretto svolgimento del lavoro a distanza. L’uso delle apparecchiature personali, in ogni caso, è consentito, pur essendo altamente sconsigliato: non bisogna sottovalutare i rischi per la sicurezza informatica e l’esposizione dei dati sensibili.
Anche nel comparto privato l’uso dello smart working continua ad essere favorito. Il Governo ha confermato la possibilità di adottare questa modalità lavorativa senza necessità di accordo tra le parti, pur nel rispetto di tutte le altre disposizioni della legge 81/2017 che regola questa modalità lavorativa. Il protocollo, in effetti, stabilisce il prolungamento dell’uso di tale modalità, in quanto favorisce la prevenzione. A ciò si aggiunge l’obbligo di ridurre il numero di reparti aziendali attivi. Anche in questo caso, i datori di lavoro hanno l’obbligo di fornire ai dipendenti tuta l’attrezzatura necessaria per il corretto svolgimento dell’attività.
Nonostante il lavoro a distanza sia esteso a tutti i dipendenti, non bisogna dimenticare le categorie con priorità. Infatti, laddove lo smart working venga consentito solo per una quantità limitata di dipendenti, alcuni soggetti hanno la priorità. Si tratta delle lavoratrici che si trovano nei tre anni seguenti il congedo per maternità, nonché di tutti i dipendenti che hanno figli con gravi disabilità. Inoltre il Dl 18/2020 prevede l’estensione dell’uso dello smart working per tutta la durata dello stato d’emergenza per i lavoratori con gravi disabilità, o che hanno in famiglia persone in tali condizioni. La priorità nell’uso del lavoro agile è stata introdotta anche in favore di coloro che sono affetti da comprovate patologie con ridotta capacità lavorativa. Una volta convertito il legge il Dl Cura Italia, la priorità sarà estesa anche ai lavoratori immunodepressi e ai loro conviventi.
Fonte: ilsole24ore.it