La popolazione europea sta invecchiando. L’invecchiamento dell’Europa provoca una diminuzione sia del tasso di fertilità che di quello di natalità, con un conseguente aumento dell’aspettativa di vita. Ciò comporta delle conseguenze di varia natura, sociale ed economica.

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Gli effetti si sentiranno anche in campo lavorativo. Entro il 2030 la maggior parte dei Paesi dell’Unione europea vedrà aumentare del 55% i lavoratori over 50. I Paesi maggiormente interessati da questa sfida demografica sono Grecia, Spagna, Italia e Portogallo, che attualmente registrano il tasso di fertilità più basso d’Europa. L’incertezza sulle prospettive economiche – viste le basse aspettative salariali e la criticità del mercato del lavoro – portano le donne a non avere figli, ad averne di meno, o a concepirli in età avanzata.

Tutto questo però si traduce in un vantaggio per la Silver economy: è la spesa delle persone dai 50 anni in su, ed ha un impatto positivo sull’economia. Secondo la Commissione Europea la Silver economy raggiungerà i 6,4 miliardi di euro entro il 2025 e creerà il 40% in più dei posti di lavoro.

Di fronte a questa situazione, come comportarsi?

La maggior parte delle aziende non è preparata a rivolgersi ai lavoratori di mezz’età. L’offerta è pensata per candidati giovani, ben inseriti nella logica professionale del momento, che prevede competenze digitali, tecnologiche e linguistiche. Gli over 50, a volte, non possiedono queste competenze.

Il primo ostacolo da affrontare, dunque, è la riqualificazione. Da un lato è necessario che le aziende investano sulla formazione dei propri dipendenti. Dall’altro i candidati che si reinseriscono in un mercato lavorativo totalmente trasformato, devono essere adeguatamente preparati. Secondo i dati raccolti da una ricerca di Google – Ipsos Italia, il 94% dei lavoratori over 50 è consapevole dell’importanza delle digital skills, tuttavia solo il 14% ha seguito corsi di formazione negli ultimi due – tre anni.

In nessun caso bisogna sottovalutare l’importanza delle competenze digitali: esse sono utili non solo nelle nuove professioni create dall’era digital, ma anche in quelle vecchie, ormai trasformate dalle nuove esigenze del mercato.

Un vantaggio che gli over 50 hanno rispetto ai propri colleghi più giovani è il network. Sarà dunque opportuno sfruttare le conoscenze accumulate negli anni per poter essere inseriti nei nuovi contesti lavorativi. Non parliamo di “raccomandazioni” ma di capacità di aumentare la propria connettività. La conoscenza personale è utile tanto quanto la capacità di “sapersi vendere” online.

Da qui l’importanza del curriculum. Se anni fa il cv circolava solo in forma scritta, adesso la sua realizzazione avviene tramite strumenti informatici, capaci di realizzare un “biglietto da visita” curato e completo. Addio alle vecchie presentazioni, sì a nuovi documenti che illustrino la propria identità, oltre che la carriera.

Queste sono solo alcune delle indicazioni che potrebbero indirizzare le vecchie generazioni verso il nuovo mercato del lavoro. Sfruttarle è fondamentale per reggere il confronto con gli altri candidati, in un mercato lavorativo che si sta aprendo, inevitabilmente, anche ai più maturi. 

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