A dare voce alle aspettative delle nuove generazioni è l’ultima ricerca promossa da Humangest, agenzia per il Lavoro di SGB Humangest. L’indagine realizzata con il contributo tecnico del Cirsis (Centro Interdipartimentale di Ricerca sui Sistemi di Istruzione Superiore) dell’Università di Pavia ha raccolto le percezioni e sensibilità di mille tra giovani laureandi e laureati.

Fin da subito è apparso evidente che laureandi e laureati danno più importanza alle soft skills rispetto alle hard skills. Ritengono fondamente sviluppare il proprio potenziale e ritrovare il connotato della passione nel proprio lavoro ideale. Mentre per entrambi è poco significativa la possibilità che l’azienda offra la possibilità di investire in formazione personale tecnica.

La retribuzione è poi un fattore decisivo, più importante rispetto alla tipologia di contratto. Oltre il 40% dei laureandi non saprebbe esprimere una scelta tra lavoro dipendente e da libero professionista. Uno su cinque dichiara di vedersi veda meglio come libero professionista. Tra i laureati 1 su 7 vorrebbe diventare autonomo partendo da una condizione di dipendenza. E, fra coloro che sono attualmente autonomi, la maggioranza preferirebbe rimanere in questa condizione professionale.

Fondamentale poi il fattore fiducia che deve dominare il contesto lavorativo, passando attraverso il giusto riconoscimento in termini di merito e di retribuzione, ma anche attraverso un clima relazionale sano ed equilibrato. Proprio la tossicità delle relazioni spinge i giovani ad abbandonare un posto di lavoro. Secondo gli  intervistati non si può vivere in un ambiente in cui il clima non sia sano e costruttivo, ma anche accogliente e stimolante.