Coronavirus: gli italiani temono il futuro. E così calano i consumi
Mai sottovalutare la psicologia delle persone. non solo nei rapporti umani: lo stato mentale influisce anche su aspetti come l’economia. Spesso, infatti, è il livello di fiducia e ottimismo a decidere il destino di una realtà quotata.
Perciò abbandoniamo per un attimo le stime su Pil, debito pubblico e tasso di disoccupazione, e concentriamoci sui risultati del rapporto Confcommercio-Censis su fiducia, consumi e impatto del Covid-19. L’analisi, svolta tra il 15 e il 30 aprile, ha coinvolto 1000 intervistati, porta voci di una situazione preoccupante: gli italiani temono il futuro, consapevoli che la loro situazione economica peggiorerà nella seconda parte di questo sfortunato anno.
C’è chi parla di Coronafobia: non tanto paura del contagio o di una seconda ondata epidemica, quanto piuttosto una generale allerta nei confronti di circostanze economiche e sanitarie ancora incerte.
Alcuni hanno tutto il diritto di avere il morale sotto i piedi: il 25,8% degli italiani ha dovuto sospendere del tutto l’attività, mentre il 23,4% è finito in cassa integrazione. In generale, il 42,3% delle famiglie del Bel Paese ha visto ridurre di non poco il proprio reddito.
E anche la ripartenza non è vista di buon occhio: sei famiglie su dieci temono di perdere il posto di lavoro. A ciò si aggiunge il 52,8% degli italiani che teme per la propria famiglia, più un 67,5% che manifesta la stessa preoccupazione per le sorti del Paese.
Il generale pessimismo avrà, senza ombra di dubbio effetti devastanti sui consumi. I pochi soldi rimasti vengono messi da parte, perché il Coronavirus ci ha insegnato che il futuro di chiunque può essere sovvertito in un attimo.
Di conseguenza, il 23% degli italiani ha rinunciato all’acquisto di beni durevoli, programmato mesi fa, e il 48% a qualunque forma di vacanza. A tal proposito, oltre metà delle famiglie non ha programmato nulla per quest’estate, e il 30% rimarrà a casa non avendo disponibilità economica (percentuale che sale al 57% per i livelli socie economici più bassi).
Risultato: ad andare in vacanza sarà solo il 9,4% degli italiani. Anche in questo caso, tuttavia, sono previste riduzioni: la vacanza sarà più breve e avrà costi decisamente contenuti.