L’emergenza sanitaria ha cambiato il consumo dei media. Gli italiani sono sempre più connessi: usano internet non solo per studiare e lavorare ma anche per trascorrere il tempo libero guardando film in streaming, leggendo le notizie, o cercando di ristabilire i contatti sociali che la pandemia ha bloccato. In questo panorama è importante soffermarsi su ciò che succede sui social network. Il traffico su Facebook, Twitter e soprattutto Instagram è aumentato; merito del tempo libero a disposizione di tutti, influencer compresi.

E’ proprio su di loro che cade una responsabilità non indifferente. Mai come ora gli influencer acquistano un’umanità e una semplicità che li avvicina ai followers. Ma cosa succede quando vengono utilizzati per fini pubblicitari? Inevitabilmente, il ruolo dell’influencer marketing è cambiato. Il Coronavirus ha imposto un cambio radicale della comunicazione pubblicitaria sui social, dovuto al rispetto della situazione, piuttosto delicata. Non ci si concentra più sul prodotto, ma su un tipo di messaggio valoriale, che tenga conto della necessità di avvicinarsi in maniera differente al consumatore.

Ovviamente questo cambiamento non è avvenuto subito. Per il mese di marzo gran parte della comunicazione pubblicitaria sui social è stata bloccata, poichè le aziende hanno preso tempo per riorganizzarsi. In effetti oggi gli influencer non possono più veicolare lo stesso messaggio valido due mesi fa. Il rischio è quello di apparire inadeguati e insensibili. Ma anche bloccare per troppo tempo la comunicazione sarebbe un errore: usare nel giusto modo questo momento è importante per aumentare il valore del brand e avvicinarsi ai clienti in un modo mai visto prima ora. In effetti la vetrina dell’influencer adesso scompare, i followers vengono catapultati nelle case dei loro beniamini, frantumando quella distanza che li ha sempre resi irraggiungibili.

La revisione del formato comunicativo, tuttavia, non può concentrarsi unicamente su un richiamo all’emergenza inserito nella didascalia del post (ad esempio con l’hashtag #andràtuttobene), serve una vera e propria rivisitazione del messaggio, che si adatti al nuovo contesto e ai nuovi strumenti (basti pensare all’aumento dell’uso delle Instagram live).

Ci sono anche brand che non sanno come muoversi. Senz’altro la cautela è fondamentale per evitare la trasmissione di messaggi ambigui. Ma esplorare la lente creativa degli influencer può essere una valida opportunità per navigare in sicurezza nel mercato social. Il tutto senza dimenticare un ingrediente indispensabile nel rapporto con il consumatore: la fiducia. Proprio basandosi su questo valore oggi più che mai gli influencer possono assumere un ruolo di guida in questo periodo colmo di incertezze. Insomma, per i brand gli influencer possono essere una rapida connessione con l’audience, che è poco attenta alla tv e ai messaggi tradizionali, mentre dà grande ascolto ai propri idoli.

Nonostante la crisi, la domanda c’è. Lo dimostra l’aumento delle vendite online, con benefici che non riguardano tanto il fatturato a breve termine, quanto l’aumento esponenziale del numero degli acquirenti. La maggior parte continuerà a fare acquisti online anche a fine lockdown. La giusta mossa, dunque,  è quella di concentrarsi sulla brand awareness: entrare nella testa dei consumatori per essere la loro prima scelta al momento dell’acquisto. Dunque, il tema della conversioni diventerà centrale.

In conclusione, anche l’influencer marketing sarà trasformato da questa situazione. Nel futuro prossimo questo settore assumerà un ruolo differente, più maturo, non solo nei confronti del consumatore ma anche dell’intera collettività.