Assegni pensionistici sempre più bassi e molti italiani non lo sanno: ai 40enni di oggi spetterà meno della metà del loro ultimo stipendio
Nel 2020 il nostro Paese si è posizionato al venticinquesimo posto – su un campione di 26 Paesi Ocse – per il livello di alfabetizzazione finanziaria della popolazione.
A quanto pare cresce la liquidità sui conti correnti degli italiani ma il denaro rimane fermo lì poichè gli italiani conoscono poco i mercati finanziari, si interessano ancor meno di investimenti e spesso non pensano a pianificare il proprio futuro, rischiando di trovarsi poi in difficoltà.
Dall’indagine è emerso che la maggioranza degli italiani non ha un’idea chiara dell’importo dell’assegno che percepirà una volta raggiunta l’età della pensione. La gran parte degli intervistati stima che la propria pensione pubblica andrà da un minimo di 800 euro a un massimo di 3.000 euro al mese, e solo il 12% prevede di percepire 1.200 euro, l’importo che oggi è pari alla pensione media nel nostro Paese. E solo il 4% degli intervistati mostra di conoscere tutti i fattori che impattano sul calcolo dell’assegno pensionistico:
- anzianità contributiva
- stipendio
- aumento della speranza di vita
- andamento del Pil
- tipologia di attività lavorativa svolta
Andrea Rocchetti, Head of Investment Advisory di Moneyfarm, ritiene inoltre allarmante che solo un intervistato su tre consideri i mercati come un alleato per fare pianificazione a fini pensionistici. Ha poi aggiunto, durante un’intervista ad Upday, che ai 30-40enni di oggi spetterà meno della metà del loro ultimo stipendio.
Secondo Rocchetti i numeri della previdenza complementare sono così bassi per un insieme di fattori: da una parte la scarsa educazione finanziaria della popolazione, dall’altra un’industria del risparmio che dovrebbe svolgere meglio il proprio ruolo di guida dei risparmiatori.
Come risolvere la situazione?
“Tutti gli attori coinvolti nella filiera del risparmio privato devono fare la propria parte.” Spiega Rocchetti. “Banche, assicurazioni, società di gestione del risparmio, dovrebbero promuovere progetti di educazione finanziaria, magari strutturati e integrati all’interno dei percorsi di istruzione tradizionali dei ragazzi delle scuole medie e superiori. Basta partire davvero da piccoli concetti basilari che però, se ben assimilati al momento giusto, da grandi faranno la differenza”.